Un pizza, come tante altre, da farcire nel modo che più si preferisce, ma con un pasta dal colore nero.
Questo risultato lo si può ottenere, addizionando al classico impasto, del carbone vegetale.
L'idea è relativamente nuova nel campo della gastronomia, già da alcuni mesi ne avevo però sentito parlare.
Il carbone vegetale può essere addizionato all'impasto sia per la produzione di pizze, che per altri prodotti da forno, come focacce, pane ma anche croissant.
Destino curioso, alcuni giorni fa m'imbatto in un articolo, in cui si presentava la pizza nera, in una pizzeria a pochi metri da casa mia.
Si tratta della pizzeria "Pappa e Ciccia" di Bordighera che non potevo non citare.
Non ho saputo resistere alla tentazione di andare a provarla!
Se qualcuno si chiede il perché di tanta curiosità, il motivo è semplice.
Al di la della relativa novità di tale prodotto gastronomico, al carbone vegetale sono attribuite varie proprietà, la più nota è la proprietà adsorbente.
Per adsorbente, s'intende la capacità del carbone vegetale di far aderire a sé stesso liquidi, gas, o altro.
In ambito medicale per questa sua proprietà, se ne consiglia l'assunzione a tutti quei soggetti che presentano problemi intestinali dovuti ad eccessiva presenza di gas, i quali portano inesorabilmente alla comparsa di tensione addominale e di riflesso ad una cattiva digestione.
Oltre a questo, il carbone vegetale svolge anche una moderata azione disinfettante intestinale, è quindi indicato per gastriti, coliti, acidità gastrica, diarrea, e anche in caso di lievi intossicazioni alimentari.
Se non si eccede con la dose non ha effetti collaterali rilevanti, esiste però una controindicazione da tenere presente: proprio per il suo effetto adsorbente, eventuali farmaci devono essere assunti a distanza di almeno 2 ore dal consumo di carbone vegetale, in quanto ne potrebbe vanificare gli effetti.
Il carbone vegetale è comunque una sostanza naturale, dal caratteristico colore "nero assoluto" è di per se inodore e insapore, ma che come vedremo conferisce un tocco particolare alla pizza.
Si ricava dalla combustione di alcuni tipi di legnami come il pioppo, l'acero o la betulla.
Una nota curiosa, quello di acero lo si usa nel processo produttivo di uno dei whisky più famosi, il Tennessee whisky.
Ma veniamo alla nostra pizza!
La pizza nera che ho potuto assaggiare si presenta alla vista e all'olfatto, in tutto e per tutto uguale ad una pizza tradizionale, se solo non fosse per il curioso, originale e bizzarro colore grigio-nero della pasta.
Di primo acchito, potrebbe non essere immediatamente invitante, ma una volta che l'occhio si è abituato alla novità, tutti i sensi si riallineano e si allietano della pietanza.
Anche al gusto, la pizza così prodotta, è quasi identica a quale tradizionale, se non fosse per un lievissimo retrogusto amarognolo-minerale.
Come detto il carbone vegetale non dovrebbe alterare il sapore, tuttavia ho notato questa particolare sensazione, tant'è che ho voluto mettere alla prova i sensi, con un divertente "esperimento casalingo-scientifico".
Ho fatto assaggiare a mia figlia preventivamente bendata, campioni di pizza nera e pizza tradizionale del medesimo impasto, senza che lei fosse a conoscenza di quali si trattava.
Ogni volta che assaggiava la pizza nera, riferiva di percepire un sapore lievemente diverso ma non ben definito.
Al di la della validità scientifica di tale esame gustativo, il parere è che effettivamente qualcosa cambi, ma per via della sottigliezza e lievità della variazione, i di più non credo possano accorgersi.
Probabilmente si può notare anche un impalpabile variazione dell'impasto, che nella pizza nera sembra acquisire più morbidezza, ma stiamo forse sorvolando paesi fantastici di soggettive interpretazioni.
Detto questo, non mi resta altro che consigliare questo prodotto, ma con la dovuta accortezza che la scienza alimentare impone, la moderazione.
Una novità alimentare che coniuga molto bene, gastronomia e un caratteristico aspetto nutrizionale, alternando il prodotto alla pizza tradizionale, di kamut, di farro non s'incapperà sicuramente nella monotonia.
Se volete inoltre approfondire l'argomento pizza, vi invito al leggere un mio articolo su questo rinomato piatto, ai seguenti link:
- Articolo breve: http://pizzaescienza.blogspot.it/2015/04/olio-e-pomodoro-sulla-pizza-il-parere.html
- Articolo completo: http://www.mirkotoller-medicinaenutrizione.it/2015/05/pizza-un-piatto-completo-e-con-il-kamut.html
Mi chiedevo... A quando la pizza all'aspirina?
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