lunedì 14 dicembre 2015

La dieta mediterranea e lo stress ossidativo

Dieta mediterranea

Sin dagli anni Settanta la comunità scientifica ha riconosciuto i benefici della alimentazione del bacino del mediterraneo suggerendo quale modello ottimale di alimentazione la tradizione millenaria di una dieta basata su pasta, pane, olio di oliva, legumi, frutta e verdure. [1]. 

La nozione di utilizzare una dieta bilanciata come medicina preventiva è un concetto relativamente nuovo nei paesi occidentali in contrasto con quello che accade nelle culture orientali, nelle quali è riconosciuto da molto tempo che alcuni alimenti procurano benefici per il mantenimento della salute
Dalla cultura orientale si è quindi ereditato il concetto di “alimento funzionale”, facendo riferimento ad alimenti contenenti nutrienti in grado di prevenire o curare alcune malattie. [2].  Poco a poco le cose stanno però cambiando, anche da parte della comunità scientifica occidentale si può notare una percezione e consapevolezza sempre maggiore riguardo a questo tema.

Esistono evidenze certe sul ruolo della dieta mediterranea nella riduzione del rischio dello sviluppo dell’obesità, aterosclerosi, diabete mellito, ipertensione arteriosa e di alcune patologie dell’apparato digerente.[3,4] Ma qual è la correlazione tra lo stress ossidativo e una corretta alimentazione? 

Lo stress ossidativo è un tipo particolare di stress chimico indotto dalla presenza, in un organismo vivente, di un eccesso di specie chimiche reattive, generalmente centrate sull’ossigeno (reactive oxygen species, ROS), secondario ad un’aumentata produzione delle stesse (per stimoli quali lo stress, fumo di sigaretta,..) e/o a una ridotta efficienza dei fisiologici sistema di difesa antiossidanti (ridotta assunzione e/o assorbimento e/o utilizzazione di antiossidanti contenuti negli alimenti) [5]. 

L’organismo ha sviluppato quindi nel corso degli anni un sistema di difesa, costituito dal complesso dei sistemi antiossidanti (superossidodismutasi, catalasi, acido ascorbico, polifenoli, bioflavonoidi,…). Pertanto, se l’equilibrio tra la produzione ed eliminazione di ROS si sposta a favore della produzione ne consegue una condizione patologica che è, appunto, lo stress ossidativi.

In tale contesto, fattori legati allo stile di vita, quali le abitudini alimentari, possono giocare un ruolo determinante nella patogenesi dello stress ossidativo, sia inducendo un incremento della fisiologica produzione di ROS che abbassando l’efficacia delle difese antiossidanti. 
In particolare, si è visto che l’aumento dell’introito calorico e/o l’ingestione di sottoprodotti ossidati, contenuti in alimenti non adeguatamente controllati, possono incrementare il “carico” fisiologico di agenti ossidanti, mentre un ridotto apporto e/o una diminuita biodisponibilità di antiossidanti naturali – di norma abbondantemente distribuiti nella frutta e nella verdura – possono compromettere le capacità dell’organismo di eliminare i ROS. 

D’altra parte, un’attività fisica incongrua può in vario modo alterare il metabolismo energetico e, quindi, il bilancio ossidativo. Inoltre, gli stessi fattori legati allo stile di vita appena indicati possono anche contribuire, attraverso gli stessi legami esistenti fra stress ossidativo, metabolismo dell’ossido nitrico ed iperomocisteinemia, alla patogenesi della cosiddetta “sindrome metabolica”, che comprende l’obesità, il diabete mellito e l’arteriosclerosi. 

Purtroppo lo stress ossidativo non esibisce una propria sintomatologia; il medico che ne sospetta l’esistenza ha oggi disponibili alcuni test di laboratorio, in particolare il d-ROMs test (eseguibile su sangue), per poter valutare la capacità lesiva dei ROS e quindi prescrivere alimenti o integratori per ritrovare l’equilibrio.


Proprio attraverso l’utilizzo di queste metodiche si è giunti alla conclusione che l’alimentazione del bacino mediterraneo (considerando che non si può parlare di un’unica dieta mediterranea in quanto nell’area mediterranea coesistono paesi di diversità culturale, etnica, religiosa ed economica), costituita da prodotti locali della “cucina povera” , è un esempio di nutrizione sana perché non apporta un eccesso calorico, è costituita da alimenti facilmente digeribili e che assicurano il senso di sazietà. 
Inoltre, la grande varietà di piante aromatiche mediterranee usate nella elaborazione degli alimenti permettono di creare una dieta di ottimo sapore e di grande appetibilità, riducendo il bisogno di usare condimenti grassi in eccessiva quantità. 

Altro elemento integrante di questo modello dietetico usato da millenni è il vino (derivato dall’uva, quindi dalla frutta) che viene consumato in moderata quantità accompagnando i pasti. Sono numerosi e convincenti i risultati che confermano gli effetti protettivi di un consumo moderato di vino con la dieta.



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[1] L.J. Dominguez. M. Barbagallo. G. Dieta mediterranea e longevità: ruolo dell’olio extravergine di oliva. Mediterranean diet and longevity: role of extravirgen olive oil. Gerontol 2007;55:231-238

[2] Agarwal S, Hordvik S, Morar S, Nutritional claims for functional foods and suppplements. Toxicology 2006; 221:44-9

[3] Esposito K, Marfella R, Ciotola M, Di Palo C, Giugliano F., Giugliano G, et al. Effect of a mediterranea- style diet on endhotelial dysfunction and markers of vascular inflammation in the metaboliuc syndrome: a randomized trial. JAMA 2004;292:1440-6

[4] Kris-Etherton P, Eckel RH, Howard BV, St Jeor S, Bazzarre TI. AHA Science Advisory: Lyon Diet Heart Study. Benefits of a Mediterranean-style, National Cholesterol Education program/American Heart Association Step I Dietary Pattern on Cardiovascular Disease. Circulation 2001; 103:1823-5

[5] Cornelli U, Cornelli M, Terranova R, Luca S, Belcaro G. Importanza dello stress ossidativo come fattore di rischio per la morbilità. La medicina biologica. 2000. 1:13-18












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