martedì 12 luglio 2016
Nel melograno una molecola "miracolosa"; lo studio pubblicato su Nature Medicine
Che l'elisir di lunga vita esista veramente e sia racchiuso nel Melograno?
Difficile dirlo adesso, ma uno studio pare essere sulla strada giusta.
Secondo uno studio del Politecnico di Losanna il frutto, o meglio una sua molecola, ha proprietà taumaturgiche finora insospettabili.
I ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno scoperto che una molecola del melograno, che viene successivamente trasformata dall'intestino, è in grado di lottare efficacemente contro la senescenza muscolare., ovvero la normale perdita di forza e di tonicità muscolare che avviene con il sopraggiungere dell'età avanzata.
I risultati sono definiti "spettacolari" e lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Medicine.
Con l'invecchiamento, i mitocondri delle cellule, che funzionano come generatori in miniatura di energia, perdono progressivamente la loro efficacia. Il loro cattivo funzionamento si ripercuote negativamente sull'attività muscolare.
Un gruppo di ricercatori dell'EPFL, fra i quali il suo ex presidente Patrick Aebischer, nonché la società Amazentis, sono all'origine della scoperta, afferma oggi il Politecnico in un comunicato.
La scoperta è avvenuta analizzando il melograno, e più precisamente una molecola contenuta nel frutto.
Dopo essere stata trasformata dalla flora batterica intestinale, la molecola in questione, l'urolitina A, è in grado di ripristinare il funzionamento dei mitocondri difettosi, affermano gli autori dello studio.
Sul verme nematode C. elegans, la molecola ha prolungato la sua durata di vita di oltre il 45%. Il test è poi stato condotto sui topi e sui ratti. "I topi senior, di circa 2 anni, hanno dimostrato capacità di resistenza alla corsa superiori del 42% rispetto al gruppo di controllo". Il fatto che due specie estremamente lontane una dall'altra reagiscano in modo analogo alla medesima sostanza "dimostra che si tratta di un meccanismo essenziale alla vita", sottolinea il co-autore dello studio Johan Auwerx, citato nel comunicato.
È dunque molto probabile e auspicabile che il meccanismo funzioni anche per l'uomo.
L'urolitina A non è direttamente contenuta dal melograno, ma si tratta di un precursore le cui concentrazioni dipendono dalla flora intestinale di ogni singolo individuo, umano o animale, sottolineano i ricercatori.
Lo studio ritiene che l'approccio nutrizionale costituisca una "quasi rivoluzione", o perlomeno "un vero e proprio cambiamento di paradigma scientifico": aiutando il corpo a rigenerarsi da solo, "l'urolitina A potrebbe riuscire là dove i candidati dei gruppi farmaceutici hanno fallito".
L'approccio nutrizionale, il cui obiettivo è di curare o prevenire patologie per mezzo di nutrimenti "migliorati", è al centro delle attuali strategie dei grandi gruppi industriali e farmaceutici.
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