lunedì 26 settembre 2016
Quando si è ammalati, meglio mangiare oppure no?
Quando si è ammalati è bene mangiare o fare brevi digiuni?
Meglio mangiare e quindi assumere nutrienti in grado di apportare energia e forza al nostro corpo, oppure è meglio praticare brevi digiuni per non rischiare di dare ulteriore nutrimento ad agenti patogeni come virus e batteri?
Un recente studio della Yale University pubblicato sulla rivista "Cell", ha fatto luce sulla lunga diatriba di vedute e di opinioni che molti esponenti hanno in questo ambito, questo pionieristico studio ci dice cosa è meglio fare.
Quindi cosa fare?
Bhè...dipende. Effettivamente lo studio (che per ora è stato effettuato sui topi) ha potuto riscontrare differenze di reazione diametralmente opposte in base alla tipologia di agenti patogeni coinvolti, se virus o batteri.
Se si tratta di un infezione batterica sembra opportuno fare piccoli digiuni (o comunque non eccedere con il cibo), in caso che la malattia sia invece dovuta ad una infezione virale pare più consigliato mangiare (chiaramente senza abbuffarsi).
La risposta arriva dopo ché questo studio ha analizzato la reazione delle diverse tipologie d'infezione sui topi, in relazione agli agenti patogeni coinvolti.
Nutrendo i topi ammalati infatti, i ricercatori si sono accorti che quelli che presentavano infezione virale hanno fatto fronte alla malattia in modo migliore rispetto a quelli che erano interessati da infezione batterica.
Viceversa, utilizzando tecniche in grado di bloccare il metabolismo del glucosio e quindi simulare il digiuno, i ricercatori hanno osservato che erano i topi con infezioni batteriche ad avere una risposta migliore alla malattia.
Ruslan Medzhitov, un autore dello studio commenta così "Durante una infezione virale, mangiare fornisce glucosio, che può essere necessario per la sopravvivenza. Viceversa, il digiuno porta alla produzione di chetoni - un altro tipo di combustibile - che possono aiutare gli animali nel contrastare una infezione batterica"
Questo studio che necessariamente avrà bisogno di una più ampia ricerca in questa direzione, è in grado comunque di dare già da adesso preziose informazioni sul lavoro che dovrà essere svolto nell' ambito della nutrizione clinica per sviluppar un approccio dietetico mirato in funzione del tipo di infezione.
Il lavoro è stato sostenuto da La Blavatnik Family Foundation, Else Kröner Fresenius Foundation, Howard Hughes Medical Institute, e con le sovvenzioni dal National Institute of Health.
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