lunedì 19 dicembre 2016

Perché combattere la depressione è il primo passo per sconfiggere il cancro?


Si sente parlare spesso di lotta contro il cancro, o in generale di lotta contro un po'tutte le malattie. Si dice che la battaglia deve prima di tutto avvenire dentro noi stessi, tirando fuori il meglio e combattendo con la "gioia di vivere". Una forza interiore che può nascere solamente dalla motivazione, da un impulso interno che non è facile trovare ma che sicuramente ci potrà aiutare. Si dice che è importante non cadere nella depressione e lottare affinché si riesca a superare il trauma prima di tutto a livello psicologico. Questo è quanto si dice e a dirlo adesso è anche uno studio.

La depressione riduce l'azione delle cure per contrastare il cancro, ciò è quanto emerge da uno studio del Policlinico Universitario di Zhengzhou, Henan Cancer Hospital.



Cos ' è la depressione?

Una visione distorta della realtà che tende a vedere le cose in tono pessimistico. Senza entrare troppo in ambito tecnico, con una semplice similitudine si potrebbe pensare alla depressione come la continua osservazione del mondo attraverso degli occhiali molto scuri. Ciò che accade è che essi faranno percepire allo sventurato una realtà perennemente grigia e fosca anche dove in verità ci sarebbe un tripudio di colori e di luci, come ad esempio osservando un prato fiorito in una giornata di sole a primavera. Naturalmente in caso di effettive condizioni avverse della realtà come accade di fronte ad una malattia, la percezione della realtà diventa ancora di più, cupa e pessimistica.

Chiari sono i gravi disagi che questa forma di disturbo provoca a livello psicologico ma ora c'è di più, pare che a livello microscopico ovvero a livello neurobiologico questo disturbo provochi effetti che si traducono nel modo in cui i farmaci interagiscano biologicamente. In questo particolare studio si è analizzata l'efficacia delle cure contro il cancro in particolari contesti di soggetti depressi.

Si è scoperto quindi che  disturbi depressivi, riducono la concentrazione di una molecola nel sangue che aiuta i chemioterapici a fare effetto, il 'fattore di crescita cerebrale' bdnf. A rivelarlo è una ricerca di Yufeng Wu, professore del Policlinico Universitario di Zhengzhou, Henan Cancer Hospital, in Cina.

''E' cruciale che i medici prestino maggiore attenzione all'umore e allo stato emotivo dei pazienti. La depressione può ridurre gli effetti della chemioterapia e BDNF gioca un ruolo importante in questo processo'', ha spiegato il professor Yufeng Wu.

Gli studiosi hanno esaminato 186 individui cui era appena stato diagnosticato un tumore ai polmoni. Prima di iniziare le cure tutti i pazienti sono stati sottoposti a un 'checkup' del loro stato di salute psichica, con questionari ad hoc. Le persone che presentavano disturbi depressivi mostravano una minore risposta alle terapie oncologiche e maggiori effetti collaterali dovuti alle cure, nonché, specie in caso di grave depressione, minore aspettativa di vita anche in assenza di un peggioramento della malattia. Mostravano, inoltre, bassi livelli di BDNF.

I ricercatori hanno visto che l'efficacia delle terapie oncologiche nell'uccidere le cellule tumorali aumentava al crescere della concentrazione di BDNF nel sangue dei pazienti, segno che questa molecola è coinvolta in qualche modo nella sensibilità ai farmaci oncologici.
I risultati sono così netti che i ricercatori stanno pensando di iniziare una sperimentazione con l'uso di un farmaco antidepressivo in associazione ai chemioterapici per vedere se ciò aumenta la sensibilità alla chemioterapia e ne ridurne gli effetti collaterali.

Ma come combattere la depressione e quindi aumentare gli effetti benefici delle terapie nella lotta alla malattia? In questo caso a venire in aiuto è un altro recente studio, pubblicato sull'American Journal of Preventive Medicine, che ha misurato gli effetti benefici della luce, soprattutto quella naturale, sul trattamento e la prevenzione della depressione. Gli esperti in questo caso raccomandano 20-30 minuti al giorno di attività all'aperto, come giardinaggio o passeggiate.

Questi dati forniscono ulteriori prove a sostegno dell'unicità del corpo umano. 
Non ci stancheremo mai di ripete che corpo e mente, attività biologica corporea e psichica sono e restano indivisibili. Anche se ancora troppo spesso nella dualisitca moderna scienza medica vengono ancora scissi, ciò non toglie che l'approccio corretto da seguire sia un altro.

Continuare a tener separati i processi biologici corporei da quelli psichici, ossia dalle percezioni, dalle emozioni e dagli stati d'animo che ognuno vive, si sta rivelando sempre più un errore. Ci auguriamo quindi che questi pionieristici studi facciano da blocchi di partenza per una più moderna scienza medica, che dia più valore alla vita come processo complesso e "unicum indivisibile" e inscindibile dagli aspetti medico-biologici. Una nuova alba per le scienze mediche e psicologiche.

Lo studio del professor Wu è stato presentato a Singapore nel corso del congresso della Società europea di oncologia medica.



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