lunedì 23 ottobre 2017

Resistenza delle cellule tumorali; una nuova scoperta apre a le porte a terapie più efficaci

Ricerca

Un team di ricerca internazionale che coinvolge l’Ispaam-Cnr, spiega in un lavoro pubblicato su Nature Communications e finanziato da Airc, perché le cellule tumorali resistono ai farmaci chemioterapici in alcune patologie oncologiche, aprendo così prospettive nuove e innovative per lo studio e la messa a punto di cure che rendano le cellule malate più sensibili alle terapie.



Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications cui ha partecipato l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Ispaam-Cnr) di Napoli getta nuova luce su alcuni meccanismi molecolari responsabili della resistenza delle cellule tumorali alla chemio e radioterapia.

“Applicando moderne tecniche di analisi genomica e proteomica abbiamo individuato un nuovo meccanismo funzionale della proteina Ape1, un enzima di riparazione del danno al Dna che contribuisce al processo di instabilità genetica associata a diversi tumori, come quelli che colpiscono seno, ovaie e il cervello (glioblastoma), scoprendo un nuovo ruolo nel processo di tumorigenesi”, spiega Andrea Scaloni, direttore dell’Ispaam-Cnr dove, grazie alle strumentazioni presenti, sono stati svolti gli studi di proteomica del lavoro. “Abbiamo capito che la proteina Ape1 è in grado di regolare il processamento dei microRna, piccole molecole dell’acido ribonucleico (Rna), contribuendo alla regolazione dell’espressione di geni coinvolti nei fenomeni di chemioresistenza. Inoltre abbiamo evidenziato come questa proteina, interagendo con molte altre, giochi un ruolo importante nello sviluppo del cancro”.

Le analisi svolte su diverse linee cellulari tumorali hanno supportato la scoperta, aprendo nuovi scenari terapeutici. “I risultati di questa ricerca saranno fondamentali per lo studio e la messa a punto di farmaci innovativi, capaci di interferire con questo meccanismo di resistenza e di rendere le cellule malate maggiormente sensibili al trattamento con gli agenti terapeutici comunemente utilizzati, come i chemio e i radio-terapici, aumentandone così l’efficacia e la specificità”, conclude il direttore dell’Ispaam-Cnr.

Il lavoro, finanziato dall’Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc), è stato coordinato da Gianluca Tell dell’Università di Udine, in collaborazione con l’Istituto di genomica applicata di Udine, il Laboratorio nazionale Cib di Trieste, il Centro di biologia integrata dell’Università di Trento, il National Institute of Health di Bethesda (Usa) e il Cancer Center of Daping Hospital di Chongqing (Cina).







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